Venezia in pillole: la fondazione Querini Stampalia simbolo di fascino veneziano
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Venezia: la fondazione Querini Stampalia simbolo di fascino veneziano

Oggi voglio portarvi in un luogo che per me è senza tempo, persino nella fatata Venezia: la fondazione Querini Stampalia.
La fondazione è ubicata in un antico palazzo veneziano, nel centro della città ed è composta da museo, negozio, caffetteria e da una meravigliosa biblioteca. L’architettura lascia senza fiato.

Entrando nel museo si scopre la parte restaurata negli anni 50 del 1900 da Carlo Scarpa.
Ci troviamo ad attraversare un percorso dai bordi rialzati. La pavimentazione è protetta da una cimasa in calcare. Da un lato si apre una cancellata che da’ direttamente sul canale da cui si vedono passare i gondoleri sulle loro gondole.

Di fronte alla cancellata si apre il portico diviso da una vetrata. Al centro è posto un elemento molto particolare che rompe il banale piano della vetrata. Una fantasiosa colonna polimaterica che contiene un grande calorifero. Scarpa utilizza ancora il calcare e lo impreziosisce con tagli geometrici e accoppiamenti col cristallo, soprattutto nella parte superiore.
In fondo all’aula, in corrispondenza di un vano di servizio, inserisce una lastra sospesa nel vuoto. Lo zoccolo è abbassato in corrispondenza di questa, le nervature sono verticali e il profilo superiore ha un contorno spezzato. Inoltre esercitando una leggera pressione questa facilmente ruota: si tratta di una porta, dimostrazione di come la conoscenza costruttiva permette all’architetto di destinare i materiali ad usi che le loro qualità naturali parrebbero escludere.

Ma è il giardino il vero capolavoro, in cui ho lasciato il cuore. Si nota una suddivisione geometrica degli spazi, data dalla disposizione delle piante e della vasca d’acqua.

Attraversata una bussola vetrata, si scende da un sopralzo di calcare. Da qui si osserva il pavimento dell’ingresso descritto come un tappeto di tessere quadrate.
Piegando da qui a sinistra incontriamo la scala che porta ai piani superiori dove si trovano la biblioteca e il museo. Scarpa sovrappone alle alzate preesistenti un rivestimento in pietra lasciando comunque a vista gli antichi scalini.

Ai piano superiori si accede alla dimora storica della famiglia. Passando oltre una porta metallica dal sapore industriale sono stata catapultata in un mondo ancora diverso, forse a causa dell’audio-guida con spiccato accento francese, che mi ha condotta per le sale della casa mostrandomi le porcellane, i dipinti antichi e le meraviglie di mobilio collezionate dalla famiglia durante i secoli.
Per il resto lascio che siano le foto a parlare.

Violetta Breda

Dopo gli studi classici si laurea in Architettura delle Costruzioni presso il Politecnico di Milano e poi si trasferisce a Venezia per proseguire la sua formazione, nell’ambito conservativo, presso lo IUAV. Le piace scrivere e fare fotografie, perciò si è ritrovata qui, ad esprimere la sua grande passione, il filo conduttore della sua vita: l’architettura, il design.

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