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Viaggi

Austria: le terme di Bad Blumau. Architettura fiabesca e una filosofia di vita

Facciamo un salto fuori dall’Italia e andiamo in Austria, precisamente a Bad Blumau a 60 km ad est di Graz, per parlare (e magari visitare) di un complesso termale unico nel suo genere architettonico-scultoreo: le terme di Rogner Bad Blumau.

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Negli anni novanta l’imprenditore Rogner fece progettare le Terme Rogner Bad Blumau all’architetto, pittore e scultore, Friedensreich Hundertwasser, nome d’arte di Friedrich Stowasser , un austriaco dalle grandi doti artistiche, viaggiatore e grande amante della natura, a cui si ricollegano tutti i suoi lavori che per certi aspetti ricordano molto l’architettura di Gaudì.
L’architettura delle terme Rogner Bad Blumau è unica e si distingue per l’originalità e per la filosofia con la quale sono state pensate, una filosofia che parla di tranquillità, rispetto, consapevolezza e gioia.

Chi lavora con gioia è motivato, dà risultati migliori, vive la vita con più serenità ed avrà successo.

Le terme si presentano come un complesso architettonico-scultoreo che si fonde e mescola con il verde del paesaggio circostante, facendosi notare ma non in maniera invasiva: edifici con tetti verdi praticabili, in cui crescono alberi e cespugli, forme curve e armoniose, colori dei più vari e forme mai uguali dove tra tutte spunta la cupola dorata, simbolo tipico dell’artista-architetto ed è considerata di buon auspicio agli ospiti.

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Tutti gli edifici, che possiamo definire fiabeschi, hanno una loro particolarità sia d’uso che di costruzione, come per esempio la ‘Casa in mattoni’ riconoscibile per la sua facciata è stata realizzata interamente con mattoni provenienti dalle vecchie case contadine di Bad Blumau. All’apparenza gli edifici possono sembrare separati e muoversi dall’uno all’altro potrebbe demotivare i più pigri ma in realtà sono collegati tra di loro e con la zona delle terme da vie sotterranee che facilitano ed accorciano gli spostamenti, anche se è veramente bello passeggiare su e giù per i tetti e non accorgersene-perché sembra di essere in un parco.
Niente è stato lasciato al caso, le superfici sono pensate e progettate fino all’ultima piastrella, i pavimenti li definirei ‘morbidi’ e ricordano il tappeto volante di Aladino: è raro trovare un pavimento piatto, sono quasi tutti volutamente odulati e si uniscono ai muri incurvandosi verso l’alto e si nota il passaggio dall’uno all’altro grazie all’uso di materiali diversi, un’architettura plastica che cattura gli occhi e rilassa allo stesso tempo.

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Insomma, una meta interessante per più aspetti, ci si può godere un posto nuovo, un bel panorama e rilassarsi tra terme, attività sportive o culinarie e la cosa più bella è che non sentirete il bisogno di uscire dal complesso perché è così grande ed attrezzato che non vi mancherà davvero niente.
Tutte le attività all’interno di queste terme vengono svolte nel rispetto della natura e delle persone: trattamenti naturali per il corpo, consumi energetici contenuti e la cucina offre cibi e bevande biologiche.

Ah dimenticavo, in questa favola architettonica si può stare tutto il giorno in accappatoio, fare il bagno fino alle 23 ed alla sera, in uno dei quattro ristoranti, si può cenare in accappatoio!

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Giorgia Ceccato

Architetto per scelta e Blogger per caso. Si laurea in Architettura quinquennale presso l’Università di Firenze. Ha vissuto un anno a Madrid dove ha trovato un meraviglioso mondo di architetture e design. Spirito libero, fantasiosa e viaggiatrice. Da quando è andata a NY il suo libro di riferimento è ‘The Architecture of Happiness’ di Alain de Botton. Sempre 'alla ricerca delle architetture', come la definiscono gli amici. Ha una mascotte, il suo cane Milla, dalla quale non si separa (quasi) mai!

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