Margstudio: Annalisa e Matteo architettura design
Essere architetto oggi

Margstudio: Annalisa e Matteo si raccontano e ci ispirano!

Oggi vi voglio presentare due giovani architetti, che lavorano fuori Milano e che cercano, come tanti altri, di farsi spazio in questa moderna e cementata giungla italiana. Li ho scovati al fuori salone, tra un evento e l’altro, ma loro due hanno quel quid in più che, secondo me, li porterà lontano.

Annalisa Grasselli e Matteo Rota hanno fondato Margstudio nel 2010 e sin da allora pare siano fuochi artificiali in Brianza…

Siete due creativi molto giovani e dinamici, ma partite da esperienze diverse: come siete riusciti a coniugare queste differenze tra voi all’inizio? 
Annalisa: Io e Matteo ci conosciamo da tantissimi anni e di avventure insieme ne abbiamo superate a milioni. Penso sia la nostra forza oggi, conoscerci cosi bene da capirci con uno sguardo. Le differenze tra noi diventano ricchezza: ognuno ha le proprie specialità che si fondono con quelle dell’altro. Il rispetto è alla base del nostro lavoro, la comunicazione è il veicolo che ci permette di trovare il punto d’accordo, la stima reciproca è il mezzo che ci porta ad ascoltare e assimilare le idee dell’altro, la voglia di far sempre meglio è il segreto per integrare le nostre idee e migliorarle costantemente. Siamo un team, una squadra coesa.
Matteo: Si coniugano benissimo, anzi le consideriamo un valore aggiunto. Ognuno di noi ha diversi approcci al progetto, ma le conoscenze specifiche e i punti di vista finiscono sempre col fondersi e completarsi. Lo vediamo nel risultato finale e ne siamo sempre pienamente soddisfatti, troviamo che le energie  in questo modo non siano mai dissipate.

Cosa vi ispira nel processo creativo? Pensate sia collegato alla vostra vita quotidiana?
A. Io personalmente mi faccio ispirare dall’osservazione e dal malcontento. Riesco a vedere il bello dove ancora non c’è è penso che questa sia una forza. Parto dalle mie esigenze, mi immedesimo nel cliente, nell’individuo che entrerà in contatto con quello che progetteremo. inoltre penso che ogni oggetto, forma, pensiero sia fonte di ispirazione, basta lasciare le porte aperte e gli occhi sgranati e tutto entrerà da solo naturalmente.
M. Ovviamente alla base ci sono sempre i nostri gusti personali, sia interiori che rielaborati durante gli anni di università e durante le esperienze lavorative; comunque ogni progetto è un tema che si sviluppa partendo dall’idea che il risultato finale debba prima di tutto soddisfare l’utente finale. Ci piace conoscere i i nostri clienti e capire cosa vogliono, cosa gli piace e cosa sognano. Poi il nostro compito è guidarli nelle scelte estetiche, funzionali e sostenibili, sia economicamente che progettualmente. Ci piace collaborare con loro, non vogliamo imporre unicamente la nostra visione, ma sinergizzare i pensieri.

Sono tempi difficili per i giovani di oggi: qual è la vostra posizione? Avendo lavorato all’esterno, come lo vedete in relazione alla vostra carriera?
A. Sono tempi difficilissimi, non difficili. In Italia la situazione dell’architettura è devastante, il design vive ancora della gloria passata ma non penso sia messo tanto bene neanche lui. Tantissimi colleghi e amici sono partiti per l’estero, trovando dei passaggi meno difficili. Io, nonostante tutto, ci credo ancora. Sono legata alla mia terra e voglio fortemente creare il bello qui. Noi siamo fortunati, lavoriamo tanto, tantissimo e tutta questa buona fatica viene premiata da clienti che credono in noi e questo è stupendo.
M. Il mercato dei progettisti è ormai ultra saturo purtroppo, ai giovani sono rimasti pochissimi spazi per potersi muovere e questo è un grande handicap per il nostro paese, perché hanno la creatività e la voglia di fare che alle vecchie generazioni ormai è passata. Anche i concorsi, che spesso all’estero sono trampolini di lancio per i nuovi studi, in Italia non aiutano in quanto spessissimo non portano a nulla, i progetti non vengono realizzati e i rimborsi in caso di vittoria sono esigui. Di questo passo sempre più giovani si sposteranno all’estero.

Avete nuovi obiettivi in pentola? 
A. Con grande orgoglio abbiamo, in questi giorni, terminato un progetto di architettura molto importante per noi. Si tratta di una villa privata in cui abbiamo espresso buona parte della nostra firma.
M. Abbiamo avuto una grande opportunità arrivata tramite una pubblicazione web di un nostro lavoro. Al cliente è piaciuto e ci ha contattato senza conoscerci, ma solo grazie alla qualità del progetto. Questa cosa ci ha molto colpito e resi molto orgogliosi, soprattutto perchè il cliente è un giovane come noi, con cui è nata una bella collaborazione che ci sta facendo proseguire con la realizzazione del progetto. Inoltre ci ha fatto considerare il web come uno strumento molto potente per la comunicazione, non solo autoreferenziale ma che può costruire dei legami con altre realtà.

Infine, la domanda che ogni giovane progettista dovrebbe porsi: cos’è per voi l’architettura?
A. L’architettura è funzione, materia, ispirazione ed estetica.  In mani che modellano, in teste che sognano.
M. Una sfida, ogni progetto grande o piccolo che sia, che riguardi interni, oppure una nuova edificazione, ci fa mettere passione e creatività. E’ questo che mi piace.

Grazie mille per aver condiviso questo pezzettino di voi, ragazzi! Non è facile avere le giuste opportunità al giorno d’oggi, come giustamente hanno ricordato anche loro, e saperle cogliere e sfruttare appieno, con così tanta energia e innovazione la trovo una grande conquista! In bocca al lupo a questi ragazzi!

Violetta Breda

Dopo gli studi classici si laurea in Architettura delle Costruzioni presso il Politecnico di Milano e poi si trasferisce a Venezia per proseguire la sua formazione, nell’ambito conservativo, presso lo IUAV. Le piace scrivere e fare fotografie, perciò si è ritrovata qui, ad esprimere la sua grande passione, il filo conduttore della sua vita: l’architettura, il design.

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