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Design di interni

Salone del mobile 2015: tra marble effect e arredi decostruiti

Scrivere per chi non ha partecipato alla folle Milano Design Week è sempre una sfida. Bisogna poter condensare senza annoiare e diventare gli occhi di chi non si conosce, ma che ci legge.

Lo scorso anno vi avevo mostrato il mio giro alla Ca’ Granda, che rimane per me sempre il simbolo di ciò che è il fuorisalone durante la Milano Design Week. Questo Salone del mobile 2015 ho passato due giorni ad esplorare in lungo e in largo il Salone vero e proprio, con qualche giretto nelle zone del centro città e Ventura Lambrate.

Tra i trend principali che si sono visti, i più diffusi sono sicuramente l’uso del marmo e la de-costruzione dei prodotti di design o il loro accostamento in modo da contaminare le singole funzioni. Vediamo meglio nel dettaglio…

Salone

Flou

Flou ci parla di divani componibili e contaminazioni di spazi e funzioni, ma soprattutto come si vede dalle foto, i tavolini sono bassi e con il ripiano in marmo. Le forme sono varie, proprio per adattarsi ai gusti diversi di tutti noi e per dimostrare la grande varietà di questi componibili.

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Vi avevo già parlato di questo divano che vedete in foto, Olivier, durante la mia intervista ad Emanuela Garbin. Un componibile molto versatile, cucito addosso alla singola persona, in morbida pelle intrecciata oppure in tessuto dalle diverse colorazioni soft. L’idea di renderlo più che un divano, quanto piuttosto una vera e propria postazione relax dei tempi moderni ha permesso l’accostamento dei tavolini bassi con base in legno massello e piano in marmo Emperador lucido.

Oltre ad Olivier, un’altra linea di componenti d’arredo è costituita da mobili con il piano in marmo retroilluminato, in modo da avere luce anche all’interno della propria libreria.

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Knoll

Da Knoll mescolate ai pezzi storici, che da sempre caratterizzano il marchio, c’erano alcune componenti d’arredo molto interessanti. Penso che dalle foto risulti evidente il piano in marmo! I tavolini che catturano l’attenzione sull’intera scenografia dell’allestimento sono parte della Pedestral Collection, realizzata da Eero Saarinen nel 1958. Oltre alla classica versione bianca candida, dallo stile nordico del suo creatore, vengono proposte anche delle varianti in marmi e graniti, mentre la base in alluminio può essere dipinta in bianco o in nero.

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 Zanotta

Questo brand italiano si distacca dall’immagine dei suoi pezzi iconici, caratterizzati da linee leggere e soffici per assestarsi sul trend di divani componibili e dall’aspetto più monoblocco. Divani che quindi diventano postazioni con tavolini integrati, contaminandosi tra loro.

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E’ il caso del componibile William, un divano che unisce anche mensole e pouf tra loro, in modo da occupare quasi tutto il salotto ed essere giustamente il protagonista! I cuscini sono in piuma d’oca con inserti in poliuretano e il rivestimento può essere sia in pelle che in stoffa, completamente sfoderabile. Le poltrone allungate senza bracciolo e i divani terminali sono predisposti per l’attacco di una mensola in legno massello di rovere verniciato colore naturale o tinto grigio oppure in noce canaletto verniciato colore naturale.

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Invece il modello Throw-Away L è un divano monoblocco. La sua è una linea rassicurante, quasi borghese, che ci ricorda i divani della casa dei nonni. Viene proposto nell’allestimento dello stand accompagnato da alcuni tavolini bassi in poliuretano (avete notato anche voi il centrotavola in marmo?), ma i braccioli di questo divano sono così rigidi e solidi da diventare dei perfetti piani d’appoggio.

Alias Design

Loro mi hanno colpito subito. Appena le ho viste me ne sono innamorata. Diciamo subito che non sono in marmo. Tuttavia, secondo me, queste linee spezzate progressive, che rendono l’idea dello studio dello schienale e dell’intera seduta, centrano in pieno il trend del decostruire-comporre. Non saranno un componibile, ma non si può negare che i singoli pezzi siano fatti apposta per essere uniti in una linea immaginaria! Come si chiamano? Twig, dalla mente di Nendo.

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Sedia con schienale in legno massello di frassino verniciato trasparente e seduta in legno massello di frassino verniciato trasparente o in MDF e poliuretano espanso rivestita in tessuto o con seduta e schienale in materiale plastico; gambe in alluminio verniciato o lucidato o anodizzato opaco.

Kartell

Kartell è il solido regno dei polimeri plastici. Cosa ci fa in un post che parla di trend di marmi e componibili? Il suo allestimento al Salone del Mobile era tutto dedicato al marble-effect! Per non essere da meno e per conservare la propria originalità sono stati i pannelli che mostravano i prodotti di punta del brand a diventare effetto marmo. Opulenti e ricercati come sempre, l’allestimento puntava proprio sul contrasto tra la plastica opaca o trasparente dei propri prodotti e le venature e la ricchezza della texture di sfondo.

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Euroluce

Martini Light

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Abbiamo già parlato di Euroluce l’altro giorno, ma non ho potuto non inserire questa meravigliosa lampada da esterni di nome Ego. Per il salone è stata presentata la versione in marmo, che decorava l’interno stand di Martini e l’area buyer. Che dire? Il marmo può essere visto dappertutto!

Fuorisalone

Statale

Ebbene sì, anche qui ho trovato del marmo! Nella sede della sperimentazione, dove eclettismi si intrecciano con praticità, ho trovato l’installazione Digital Lithic Design, di Raffaello Galiotto per Marmomacc.

Si tratta di sette opere in marmo dalle forme sorprendenti, realizzate con tecnologie di ultima generazione, evidenziano la creatività del settore lapideo italiano. In queste foto vedete Retina, in breccia di Stazzema. Si tratta di un pannello sagomato e traforato ottenuto attraverso l’impiego del taglio a filo diamantato. La sovrapposizione di percorsi ondulati e ruotati genera automaticamente la sagomatura tridimensionale forata, riducendo lo scarto di materiale senza nessun apporto manuale.

Sotto vedete invece Bicefalo, una scultura in marmo di Carrara, dalla morfologia animale, che diventa l’occasione per giocare sulle regole numeriche delle forme naturali, qui tradotte con passaggi di fresa a controllo numerico con utensile sferico. La grafia automatica della macchina, che di solito scompare con una lucidatura manuale, diventa ora la cifra caratterizzante dell’opera.

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Un’altra collezione che ha attirato la mia attenzione è I limiti, di Valerio Cometti, prodotta da Tera. Si tratta di una serie di sedute in marmo e polietilene, che purtroppo causa maltempo non ho potuto testare personalmente!

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 Zona Ventura Lambrate

Di lui sappiamo solo che è un grande.

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Violetta Breda

Dopo gli studi classici si laurea in Architettura delle Costruzioni presso il Politecnico di Milano e poi si trasferisce a Venezia per proseguire la sua formazione, nell’ambito conservativo, presso lo IUAV. Le piace scrivere e fare fotografie, perciò si è ritrovata qui, ad esprimere la sua grande passione, il filo conduttore della sua vita: l’architettura, il design.

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