giulia boccafogli
Design indipendente

Giulia Boccafogli: tra piccole creazioni e alta moda

Volete un regalo di Natale 2011 davvero unico?
Ecco un’artista/designer/stilista che vi lascerà senza parole! Creazioni uniche e di alto livello. Visitate lo shop e scoprite nella nostra intervista chi c’è dietro il design di splendide creazioni… la redazione Finetodesign è certa che questa ragazza farà tanta strada!
Intervista a Giulia Boccafogli
Come è nato il tuo progetto?
Il mio progetto sta ancora cercando di nascere. Io sono una libera professionista senza nessuna struttura alle spalle se non la mia testa e le mie mani.
In questo senso il mio è un lavoro di continua crescita e di perenne cambiamento. La mia formazione professionale è legata apparentemente ad altro: mi sono laureata nel 2006 a Firenze alla facoltà di Architettura e quindi la passione progettuale c’è sempre stata.
Nel tempo ho semplicemente unito la progettazione al mio grande amore per le arti manuali e così, poco alla volta, quello che era un hobby dai 19 anni…è diventato il mio lavoro: progetto e auto produco la mia linea di bijoux.
E’ un lavoro molto bello perchè ogni giorno nasce un progetto nuovo, creatività pura.
Come risponde il mercato?
La mia clientela è sicuramente di nicchia. Non avendo una distribuzione capillare e, come già detto, nessuna struttura di supporto commerciale, posso fare questa valutazione limitatamente alla mia piccola fetta di mercato.
In questo senso risponde bene. Chi si rivolge a me sa esattamente che tipo di “prodotto” desidera per sè o per il suo negozio. Sa che sta acquistando qualche cosa di unico, sa che i suoi soldi vanno a finire nelle mani di una persona precisa e, soprattutto, fa una scelta di gusto. Non acquista un’immagine, non acquista uno status…acquista un oggetto che ha realmente una storia, un’anima e che in quel momento è di suo grande interesse.
Per riuscire a mantenere questo plus è mio dovere garantire sempre un livello qualitativo altissimo non solo nella fattura del gioiello, ma anche nell’intenzione di proporre sempre collezioni progettualmente e stilisticamente originali e nuove, oltre che un servizio alto e professionale.
 
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi di crescita?
Mi sto concentrando sulla crescita qualitativa. Invece di aggiungere sto togliendo. Sto selezionando. Sia a livello stilistico che a livello professionale.
Le ultime collezioni sono sempre piu’ pulite come disegno, si semplificano e in questo modo diventano piu’ sofisticate. A livello professionale saper scegliere significa avere consapevolezza del proprio lavoro e quindi dei propri punti di forza oltre che dei propri limiti.
Come avviene la nascita di ogni creazione?
Ogni creazione è la conseguenza di un progetto. L’idea matura piano piano e diventa credibile su carta, tramite schizzi e disegni costruttivi e poi inizio a realizzare i prototipi perchè ogni pezzo deve essere ottimizzato da un punto di vista costruttivo.
Solitamente questo processo è collegato alla nascita di una collezione. Ogni gioiello infatti acquista senso se contestualizzato e giustificato da un punto di vista stilistico e concettuale.
Qual è il punto forte della tua nuova collezione?
FLUX è l’ultima collezione completa, nata durante un soggiorno di tre mesi negli Stati Uniti. Il suo punto forte è certamente la grande pulizia formale. In questa collezione ho selezionato tantissimo: linee, materiale e colori.
Guardando le mie vecchie collezioni cio’ che saltava agli occhi era l’abbondanza globale di elementi, materia e colori…qui ho cambiato tutto in maniera radicale. Ho fatto una scelta stilistica netta: solo pelle, tubi metallici, qualche perla d’acqua dolce e il nero.
Ora sto iniziando ad inserire la nuova collezione FORMA SECONDA: una linea di ornamenti ispirati alle antiche gorgiere e che, a seconda del modello, diventano divertenti colli pierrot o moderne pazienze (sai…le pazienze degli avvocati…) da indossare come come capi principali su abiti basici. Anche qui, la complessità delle forme è pero’ resa sofisticata grazie alla pulizia dei materiali scelti: solo pelle, tassativamente di recupero.
Chi ti sostiene nel tuo percorso?
Sarà banale ma la mia famiglia è il sostegno piu’ grande. Sono molto fieri di cio’ che, con fatica, ho scelto di fare. Mi sono vicini ogni giorno e mi appoggiano nelle mie scelte.
Oltre a questo supporto ho di fianco a me delle amiche/colleghe davvero eccezionali. Col tempo ho scoperto, a volte rimanendoci molto male, che in questo mondo è molto difficile riuscire a costruire concreti rapporti personali/professionali con chi fa il tuo stesso lavoro. C’è molta diffidenza e competizione. Molte persone non gradiscono essere avvicinate, neppure citate come modello artistico per paura di vedersi togliere chissà cosa.
Qualche anno fa questo limite mi ha portato ad essere molto riservata. Ovviamente riservata lo sono anche ora, ma aver capito questo meccanismo perverso mi ha dato uno strumento importantissimo. Saper riconoscere le anime affini alla mia. Stessi valori, stessi obiettivi, stessa passione, stessa voglia di fare squadra. Questo si sta concretizzando con il progetto arti.sani, un collettivo artistico nato nel novembre 2011, votato alla promozione della moda autoprodotta.
Ci aiutiamo, condividiamo, ci supportiamo…non solo da un punto di vista professionale ma anche e soprattutto umano. Sono finiti i tempi cinici in cui la sfera professionale doveva rimanere separata da quella umana. In tempi duri come questi trovare persone amiche con cui far squadra, nel rispetto della propria individualità, è una cosa preziosissima. Questo si percepisce anche dall’esterno:  artigiani piace e interessa!
Quanto è importante l’eco-sostenibilità in ogni progetto?
Per me moltissimo. Prima di tutto nei metodi di produzione. L’auto produzione non è una necessità ma, nel mio caso, una scelta. Ci sono solo io dietro ad ogni oggetto. In secondo luogo i materiali. Io uso la pelle. E’ la mia materia.
Ma la pelle che uso è tutta rigorosamente di recupero. Ho iniziato ad avvicinarmi a questa materia incredibile nel 2008. Allora la mia collezione di punta era una linea di gioielli realizzati con materiale di scarto edile: gomme e linoleum. Avevo recuperato alcune vecchie pelli che usavo per rivestire il retro dei medaglioni in gomma.
Un bel giorno mi sono resa conto che la pelle era una materia davvero versatile e preziosssima. Un vero peccato che ci fossero scarti di lavorazione e fondi di magazzino inutilizzati ad aspettare in qualche magazzino. Così ho iniziato prendere contatti in tal senso e ho iniziato a lavorare in questa direzione. Certo è limitante.
La scelta la fai sulla base di quello che trovi, ma è anche vero che i limiti servono ad ottimizzare la progettazione!

Manuela Olivero

Fondatrice del blog. Laurea in Design al Politecnico di Torino, Master in Tecnologia e comunicazione multimediale conseguito con il massimo dei voti. Esperienze lavorative molto diverse hanno plasmato il mio profilo poliedrico. Il web è il mio mondo, lo vivo dentro e fuori dal lavoro, mi appassiona e seguo ogni sua evoluzione per non restare mai indietro. Il design è nel cuore.

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