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Posti da scoprire: il castello di Sammezzano

In questo periodo sto leggendo un libro di Salvatore Settis, archeologo e storico, che durante gli anni ha spesso analizzato con sguardo critico ma propositivo la situazione del patrimonio italiano. Per un suo assetto politico ed economico, l’Italia vive una situazione fin troppo infelice per quanto riguarda il lato di valorizzazione del proprio patrimonio paesaggistico.

Oggi facciamo un salto in Toscana, vicino a Firenze, per scoprire l’architettura di un meraviglioso castello in stile orientale che ha colpito la mia attenzione mentre vagavo su internet alla ricerca di posti nuovi da scoprire.

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Il castello di Sammezzano è un edificio dall’aria spettacolare, nascosto nella località di Leccio di Reggello e proprio per questo sconosciuto ai più.

Le foto ci mostrano un edificio lussuoso, dallo stile orientaleggiante, voluto da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, proprietario, che ha modificato, progettato e costruito il castello così come lo vediamo oggi. La sua figura è stata di estrema importanza per la riqualificazione dell’intera proprietà: il Castello ed il suo Parco Storico costituiscono ad oggi un “unicum” di notevolissimo valore storico-architettonico ed ambientale.castello sammezzano toscana (9)

L’edificio è, come abbiamo visto, in stile moresco. Questo lo rende una costruzione del tutto particolare, poiché sebbene questo stile non sia stato inventato da Ferdinando stesso, è anche vero che non ci sono esempi analoghi nel resto della Toscana. L’intento originario era certamente quello di restaurare l’edificio, la cui origine risale all’epoca romana, ma all’epoca le filosofie in merito erano molto differenti da quelle di oggi. Il risultato finale è un edificio unico nel suo genere, che mescola tradizioni costruttive e materiali differenti. Le sale sono centinaia, tutte arricchite da decorazioni diverse, con scritte esoteriche, colonnati, corridoi labirintici e statue.

 

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Ferdinando, da grande esperto e appassionato di botanica, riprogettò anche il “giardino”, un parco di circa 65 ettari che circonda i monumentali edifici. Con un grande spirito progettuale pensò l’area come uno spazio di soglia all’aperto che introducesse all’edificio in stile moresco. Per questo motivo troviamo moltissime piante esotiche e rare, che implementano il bosco di lecci più antico, tra cui le palme, la rarissima sughera, i cedri del libano, delle yucche e il bosco di sequoie.

Le sequoie sono più di 50 e rappresentano il bosco più grande in tutta Italia. Pur non essendo autoctone sono cresciute tantissimo in soli 150: la più grande è la sequoia gemella, alta più di 50 metri, che è anche presente nella ristretta lista de “i 150 alberi di eccezionale valore ambientale o monumentale” d’Italia, come patrimonio arboreo.

Tuttavia le operazioni di restauro di cui abbiamo parlato per l’edificio vennero attuate anche per il giardino. Ferdinando modificò profondamente lo stato di fatto, con la realizzazione del boschetto, ma anche di percorsi, fontane, statue e manufatti in cotto. L’intero assetto del parco venne stravolto per enfatizzare il percorso diretto verso il nucleo centrale, quale è il Castello, che si staglia immenso davanti a uno scenografico spazio verde.

Come vi dicevo, ad oggi non verrebbe più così criticamente modificato, ma si cerca anzi di mantenerlo nello stato in cui ci è pervenuto, il meglio possibile. Perché questo avvenga si è costituito il comitato FPXA, che riprende le iniziali del nome completo del costruttore Ferdinando. Il comitato ha tanti buoni propositi e molto lavoro e organizza in alcune date precise dell’anno delle visite guidate all’interno del castello! Qui potete trovare le informazioni per visitarlo, io appena posso prenoto!

Da grande amante dei castelli, questo è nella mia wishlist di località da visitare! Dopo aver visto il castello di Sissi a Vienna e di Cenerentola, in Baviera (l’impronunciabile Neuschwanstein Schloss) penso che questa prometta molto bene!

E voi ci siete mai stati? Scrivetemi le vostre impressioni!

Violetta Breda

Dopo gli studi classici si laurea in Architettura delle Costruzioni presso il Politecnico di Milano e poi si trasferisce a Venezia per proseguire la sua formazione, nell’ambito conservativo, presso lo IUAV. Le piace scrivere e fare fotografie, perciò si è ritrovata qui, ad esprimere la sua grande passione, il filo conduttore della sua vita: l’architettura, il design.

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