migliorare inquinamento indoor con le piante
Rinnovare casa

Piante da appartamento: migliorare la qualità della casa riducendo l’inquinamento

Vari studi eseguiti dalla NASA hanno portato ad affermare che alcune piante, tra cui spicca la Dracaena, aiutano a migliorare la qualità degli ambienti interni ed a diminuire il così detto inquinamento ‘indoor’ delle nostre case ma soprattutto degli uffici.

Quante volte abbiamo sentitio dire “in una casa con delle piante si vive meglio” o “il verde rilassa”?

E’ stata stipulata una lista delle piante da appartamento con maggiori caratteristiche disinquinanti
Ficus Benjamin, Philodendron, Palma di Betel (Chrysalidocarpus lutescens), Spathiphyllum, Dracaena, Bamboo (Chamaedorea seifritzii).

Tutte queste piante da appartamento hanno caratteristiche per cui riducono le tossine presenti negli ambienti interni (detto inquinamento indoor) come formaldeidi, benzeni e monossidi di carbonio. Quelle sopra elencate sono tutte specie facilmente reperibili nelle nostre zone, hanno dimensioni più o meno ridotte e per questo sono facili da tenere all’interno, in case o uffici. 

La Dracaena in particolare, nota anche come “Tronchetto della felicità” e appartenente alla famiglia delle Liliaceae, è una pianta molto versatile.
Di questa famiglia si trovano diverse specie, che si distinguono per lo più per la dimensione e la tipologia della foglia. E’ una pianta che cresce lentamente, vive a lungo e non ha bisogno di grandi cure, perfetta per chi, come me, non ha un pollice verde da 10.

COS’E’ L’INQUINAMENTO INDOOR?

Ogni giorno siamo circondati da cellulari, computer, tablet di ogni genere, lavatrici, radio, televisori…e quant’altro. Tutti questi oggetti, ormai parte del quotidiano, a cui pare non si possa rinunciare sono la causa della presenza nell’aria di formaldeidi, benzeni e monossidi di carbonio.

Queste sostanze chimiche non sono salutari per l’uomo e gli animali. Una lunga esposizione a queste tossine, si pensi soprattutto a chi lavora in uffici o al computer, può causare malesseri: mal di testa, allergie, tosse, affaticamento. Per  non parlare del malessere che causano alle persone ipersensibili verso i campi elettromagnetici…

LO STUDIO DELLA NASA

La NASA (National Aeronautics and Space Administration) dopo aver constatato l’influenza dell’inquinamento indoor sull’uomo ha attuato delle ricerche per vedere come fosse possibile affrontare il problema senza eliminarne le cause.

Lo studio ha portato all’individuazione di oltre 50 specie vegetali con caratteristiche disinquinanti. 
Oltre agli studi in laboratorio, dove sono stati misurati i livelli esatti di eliminazione di formaldeide, benzene o monossido di carbonio di ogni pianta, sono stati condotti studi ‘in loco’.

Un esempio è quello eseguito su tre piani di uffici dove è stato valutato il comportamento dei lavoratori in base alla presenza o assenza di alcune di queste piante.

Sono stati presi in esame tre piani di uffici nello stesso palazzo.
Al primo piano non c’erano piante; al secondo piano sono state inserite alcune piante, in un numero limitato; al terzo piano invece ce n’erano tante quante risultavano necessarie per migliorare l’ambiente.

Dopo un periodo di osservazione sui lavoratori si è visto che quelli del primo piano continuavano a manifestare malcontenti e c’erano frequenti assenze dal lavoro mentre al terzo piano oltre a non esserci più assenteismo tra i soggetti c’era una migliore resa nel lavoro.
Indice che in un ambiente sano non solo si sta meglio ma si lavora meglio! E basta un piccolo gesto…

Consiglio pratico: è inutile colmare gli ambienti con un gran numero di piante poiché è stato calcolato che una piantina di medie dimensioni agisce con un raggio di circa 2 metri.

La natura ci aiuta sempre, dovremmo fare lo stesso anche noi!

Giorgia Ceccato

Architetto per scelta e Blogger per caso. Si laurea in Architettura quinquennale presso l’Università di Firenze. Ha vissuto un anno a Madrid dove ha trovato un meraviglioso mondo di architetture e design. Spirito libero, fantasiosa e viaggiatrice. Da quando è andata a NY il suo libro di riferimento è ‘The Architecture of Happiness’ di Alain de Botton. Sempre 'alla ricerca delle architetture', come la definiscono gli amici. Ha una mascotte, il suo cane Milla, dalla quale non si separa (quasi) mai!

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